10 dicembre 2016
E si, ancora una volta abbiamo deciso di passare dall’altra parte del globo. Tre mesi per dimenticare questa parte che ci piace sempre meno.
Dubai, ore 00:40 locali dell’11 dicembre. Per noi sarebbero le 21:40, del giorno prima naturalmente. Questo aeroporto non si smentisce, come quando siamo passati le volte scorse è affollatissimo malgrado qui sia notte . Se guardi i tabelloni delle partenze fai fatica ad individuare il tuo volo: ci sono almeno 4/5 voli ogni 5 minuti 24 ore su 24. Una giostra infinita di numeri che scorrono e devi essere pronto a beccare il tuo, soprattutto a beccarlo quando la località non è scritta in arabo!
Nei punti di ristoro vedi gente che si rifocilla dalla colazione alla cena, dipende da dove arriva e che ora è per loro. Il mondo intero passa da qui.
In effetti ho alzato lo sguardo sul tabellone luminoso del mio gate ed ho visto: Dubai International – connecting the world. Mi ha letto nel pensiero.
Il nostro volo per Perth è alle 3am, ne abbiamo ancora per un po’.
Per fortuna abbiamo trovato posto sulle poltrone tipo sdraio, anche se sarebbe meglio non dormire altrimenti le prossime ore in aereo non passeranno più.
11 dicembre 2016
Infatti sono passate molto lentamente e molto scomodamente. Un viaggio decisamente troppo lungo per noi vecchietti, anche se avessimo la fortuna di viaggiare in prima la durata è interminabile. Meglio sarebbe spezzare il viaggio in più tappe, allora forse si può fare. E siamo solo a Perth, immagino il ritorno quando saliremo a Auckland per sbarcare a Dubai dopo 17 ore di volo e con la prospettiva di sommarne altre 6 per arrivare a Milano dopo la solita snervante sosta tra un volo e l’altro, con i ripetuti controlli, anche se non hai messo piede fuori dalla zona partenze, come se tra un corridoio e una scala mobile tu riuscissi a procurarti le più pericolose armi nascoste nella solita bottiglietta di acqua minerale che finisce inevitabilmente nel cestino o che, con aria di sfida, ti bevi a garganella davanti ai controllori.
All’arrivo però tutto viene dimenticato e i profumi di una vegetazione fantastica sospesi nell’aria tiepida ti ricordano perché hai deciso di partire. Quando usciamo dall’aeroporto sono quasi le 8 di sera e il cielo ci regala il primo tramonto infuocato. Va tutto bene: viaggio lungo? quale viaggio?
12 dicembre 2016
La prima giornata è sempre un po’ condizionata dal fuso orario, alle 5 sono già in piedi e alle 7 stiamo uscendo alla scoperta dei dintorni.
La prima impressione è che, malgrado qualche grattacielo, Perth somiglia ad una tranquilla cittadina. Lunghe strade di ville e villette immerse in una vegetazione incredibile, le piante di giacaranda in fiore si mischiano a eucalipti profumatissimi, ad altre piante con foglie rosse, a cespugli di agapanto, bouganville, gelsomini e in molti casi ad angoli di vera foresta lasciata libera di espandersi senza controllo. Vicino al nostro albergo c’è un parco che è grande come un paese e selvaggio come una giungla, ci siamo avventurati un po’ ma poi temevano di perderci e quindi torneremo forniti di mappa. E stiamo parlando di un parco cittadino.
Solita visita all’ufficio turistico, Ago non concepisce l’arrivo in una nuova città senza svaligiamento dell’ufficio del turismo locale.
E solita visita al supermercato per un rifornimento base ma anche un po’ per curiosare.
Perth è fornita di autobus che coprono le aree centrali con corse gratuite! Ne approfittiamo per girellare su e giù tipo giro turistico. Poi però verso le 4 del pomeriggio, dopo un pranzetto e un bicchiere di sauvignon, mi viene un abbiocco tremendo e abbandoniamo la zona fluviale per tornare in albergo a fare un pisolino. Alle 5 e mezzo riprendiamo le esplorazioni ma rientriamo dopo un paio d’ore perché il cielo è di un nero inquietante e passiamo la nostra prima serata con la zuppa di ordinanza e una bella insalata.
13 dicembre 2016
Oggi noleggiamo un’auto che terremo fino a sabato. Tutto molto semplice, un noleggiatore piccolo ma molto efficiente: tutte Toyota Corolla in perfetto stato. Noleggiamo anche il navigatore e lo impostiamo sulla lingua Italiano: buffissimo, la signorina che ci indica la strada parla in italiano e legge i nomi delle strade esattamente come sono scritte e a volte facciamo fatica a capire cosa dice!
Prima tappa Fremantle, sole caldo ma un ventone pazzesco. Dopo un giretto lungo i moli siamo irresistibilmente attratti dal Fish Market e per pranzo ci facciamo un bel BBQ Combo e qualche ostrichetta. Dopo di che passiamo davanti ad una fabbrica di birra con degustazione ed anche li non posso fare a meno di assaggiare una bella Dark. A questo punto la spiaggia per un riposino è d’obbligo. La sabbia è morbida e fantastica ma bastano 10 minuti per ritrovarci completamente ricoperti di sabbia, appunto, che si infila ovunque. Capisco come fanno a formarsi le dune. Se fossimo rimasti ancora un po’ avremmo fatto la fine delle foreste alle Dune du Pilat.
Rientrando passiamo da un golf molto ruspante lungo il mare, tanto per farci un’idea. Magari uno di questi giorni giochiamo, ma questo è veramente troppo ruspante e poi c’è un vento così forte che ci scoraggia.
Adesso dobbiamo smarcare anche la voce “tramonto sull’oceano”. La costa verso nord è piuttosto bella e piena di surfisti e kitesurfisti. Bisogna considerare che qui è tempo di vacanza, oppure sarà sempre così? Mah.
Tutta la strada lungo la costa è fiancheggiata da ville e villette, un’infinità. Sono talmente vicine alla città da farmi pensare che siano residenze principali e non seconde case. In effetti il traffico verso la costa in uscita dalla città aumenta notevolmente dopo le 5 del pomeriggio e fa proprio pensare al classico rientro.
Per goderci il tramonto ci fermiamo in un locale, affollatissimo, che ha una terrazza sul mare: l’aperitivo è piuttosto ricco perché dobbiamo ordinare qualcosa anche da mangiare se non vogliamo bere a stomaco vuoto e, dopo il pranzo al Fish Market e questo aperitivo, di cenare non se ne parla.
14 dicembre 2016
Gita bella lunghetta. Ci siamo fatti più di 400 km tra andata e ritorno per vedere il Pinnacles Desert nel parco nazionale di Namburg a nord di Perth. Una distesa di colonne calcaree che spuntano nel deserto. Non sto a spiegare qui come si sono formate. Wikipedia è più informato.
Affascinante anche l’avvicinamento perché la strada costeggia il mare e delle dune di sabbia bianchissima che però, stranamente, non sono dalla parte del mare ma dall’altra parte della strada. Il vento fa il suo giro e la sabbia anche.
Unica pecca, le mosche! Non me le ricordavo queste malefiche moschine australiane. Speravo fosse un fenomeno dell’est Australia, invece è una piaga nazionale.
Anche oggi tornando verso casa visitiamo qualche golf club, ce n’è per tutti i gusti, dai più spartani ai più esclusivi, con cancello chiuso e bar riservato ai membri, per intenderci.
Nell’ultimo che visitiamo, un 36 buche con un club affollatissimo, moderno e molto accogliente ci fermiamo per una birra e chiediamo anche qualche chips: ci hanno portato una enorme ciotola di patate fritte al momento con salsina di accompagnamento, una dose per almeno 6 persone, ecco come mai tante signore sono decisamente in carne, o meglio in ciccia. Stranamente gli uomini sono molto meno grassi, magari degli omoni ma non con tutta quella ciccia strabordante.
15 dicembre 2016
Oggi spiaggia. Visita alla costa a sud di Perth. Onestamente niente di che. Arriviamo fino a Mandurah, circa 70 km a sud, che doveva essere una bella distesa di spiagge ma che adesso è una bella distesa di villette, centri commerciali e nuovi centri residenziali, uno addirittura vuole imitare Venezia con canali e nomi delle vie tipo Torcello, Lido e così via.
Comunque mettiamo i piedi in acqua e ci facciamo una giretto lungo la riva, ma non riesco a rilassarmi a causa di una cartello inquietante posto all’ingresso della scaletta che porta alla spiaggia: BEWARE OF SNAKES.
16 dicembre 2016
Qualche riflessione dopo quasi una settimana di permanenza a Perth:
– siamo al 16 dicembre e non esistono luminarie di Natale, ogni tanto si vede qualcuno a piedi nudi e bermuda con uno sparuto cappellino di Babbo Natale in testa
– il 90% della popolazione vive in case unifamiliari, ville o villette di ogni genere senza alcuna protezione visibile
– in città ci sono più parchi che grattacieli, e quando dico parchi intendo al 50% giungle selvagge
– tanti giovani sono impegnati in lavori pesanti che da noi non verrebbero mai presi in considerazione dallo stesso genere di ragazzi. Magari i nostri vengono qui in Australia a raccogliere pomodori ma quanto tornano in Italia vogliono subito un posto da amministratore delegato.
Siamo appena rientrati da una cenetta sul lungomare con il solito tramonto spettacolare.
Praticamente a fine giornata tutti si buttano sul mare per fare picnic o sedersi in qualche locale a bere, birra soprattutto. La distanza è minima, dal nostro residence alla spiaggia più vicina ci sono 10 chilometri che si percorrono in un attimo.
Oggi abbiamo giocato a golf in un campo cittadino, perché anche in città c’è spazio per campi a 27 buche (per i meno informati: di solito i campi sono a 18 buche, quindi più piccoli, se non addirittura a 9 buche). Il costo, compreso il noleggio delle sacche e del cart, è stato più che accettabile, praticamente meno di un green fee da noi. Abbiamo anche scoperto che ci hanno fatto la tariffa senior senza neanche chiedercelo, bene per il portafoglio, un po’ seccante come quando ci cedono il posto sul tram.
Domani riconsegnamo l’auto e concluderemo la settimana a Perth che un altro giro in città.
17 dicembre 2016
Quando riusciamo a liberarci dei vari check in on line per domani, con richiesta di stampa alla reception perché ancora non ci fidiamo di avere la carta d’imbarco solo come mail o sul cellulare (e se poi quando sono li non mi si apre, se mi si scarica, se ci vuole la connessione e non ce l’ho……), usciamo finalmente per l’ultimo giro in città.
Domani avremo un’altra bella giornatina di viaggio, prima da Perth a Melbourne con Qantas e poi da Melbourne a Hobart con Virgin Australia e ormai quasi tutte le compagnie ti obbligano a fare il check in on line. Bisognerà farsene una ragione .
La giornata è bellissima anche oggi, caldo ma ventilato, e ci avviamo a piedi al parco, questa volta muniti di mappa e poi essendo sabato non c’è paura di perdersi perché è molto frequentato. Dal parco, che è enorme e collinoso, si domina il centro della città con i suoi grattacieli affacciati sul fiume Swan che in corrispondenza di Perth si allarga tanto da sembrare un lago. Insomma, se non avessimo già visto Sydney e Melbourne diremmo che non è male come città. In realtà la cosa più rilevante, a mio parere, sono gli spazi verdi e la vicinanza al mare, oltre a quel clima sereno e rilassato che ti fa sentire in vacanza. In città il traffico è praticamente inesistente, tutto fila via veloce; le uniche code le abbiamo viste sulle superstrade nei momenti di punta, ma anche lì niente di paragonabile ai nostri intasamenti. La sensazione è di una città nata negli ultimi anni e comunque in grande evoluzione, ci sono tanti cantieri e tutti gli edifici hanno un’aria nuovissima.
Entrando in centro, dopo il giro al parco, vedo un paio di vie commerciali con dei festoni natalizi: ma allora esistono anche qua! Però niente di illuminato, solo decorazioni.
E’ sabato e quindi la zona degli uffici è praticamente deserta mentre nelle vie con i negozi c’è il classico viavai da acquisto natalizio. Poco dopo le 5 tutto finisce e rimangono affollati solo i bar dove si beve alla grande.
Adesso siamo “a casa”. Stasera dobbiamo far fuori gli alimenti avanzati, fare il bucato (che si asciuga magnificamente nell’asciugatrice) e rifare le valige.
Da domani nuovo capitolo.
Grazie Laura, mi sembra di essere lì con voi!!
Che bello! Sei la prima a leggere il diario. Adesso sono un po’ in ritardo con la Tasmania perché la connessione internet è scarsa e la tengo per pubblicare le foto su Facebook. Tanti auguri!